mercoledì 23 febbraio 2011

INFLAZIONE: ISTAT, A GENNAIO BENZINA +11,3%, GASOLIO +15,7%

L’inflazione balza ai livelli massimi dal 2008, facendo segnare un +2,1% su base annua. Sull'accelerazione – spiega l’Istat - pesano i prezzi dei beni energetici non regolamentati: la benzina è aumentata dell’ 11,3% su base annua e del 3,5% su base mensile, mentre il gasolio del 15,7% (+14,5% a dicembre).
“Di questo passo, le tensioni registrate nel settore dei carburanti avranno pesantissime ripercussioni sulle tasche delle famiglie italiane - afferma Casper – Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento Difesa dei Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) - Calcoliamo che, sulla base della situazione attuale, gli incrementi dei prezzi alla pompa avranno ripercussioni pari a 210 euro annui a famiglia: 90 euro per i rifornimenti di carburante, 120 euro per costi indiretti, in particolare bollette energetiche, trasporti e prezzi dei prodotti trasportati”.
Anche in questo caso, entrano in gioco manovre speculative sulle spalle dei consumatori – spiega Casper – Le evidenti tensioni che stanno determinando un rialzo delle quotazioni del petrolio non possono in alcun caso avere ripercussioni così immediate e ingenti sui listini dei carburanti alla pompa, poiché la benzina che viene venduta oggi sulla rete italiana è stata acquistata dalle compagnie petrolifere mesi fa a prezzi decisamente inferiori.
Occorre poi aggiungere che quando benzina e gasolio rincarano in modo così pesante, le ridiscese dei prezzi sono lentissime, anche in presenza di un abbattimento delle quotazioni petrolifere.
Tutto ciò considerato, Adoc, Codacons, Movimento Difesa dei Cittadino e Unione Nazionale Consumatori chiedono alle autorità competenti, Antitrust in testa, di attivarsi per fermare le speculazioni, e rivolgono un appello al Governo affinché studi misure efficaci nel settore dei carburanti, volte a salvaguardare i bilanci delle famiglie, destinate a subire una nuova stangata.

giovedì 17 febbraio 2011

SANREMO: SERVE PIU’ CHIAREZZA SUI COSTI DEL TELEVOTO

“Abbiamo richiesto alla Rai di ingrandire i messaggi che passano in sovraimpressione durante il Festival di Sanremo per informare i consumatori su modalità e costi di accesso al televoto”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), che ieri al teatro Ariston ha presenziato alle operazioni di televoto su designazione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

“La trasparenza delle informazioni rese all’utenza -prosegue l’avvocato Dona- è uno dei capisaldi del Regolamento recentemente approvato dall’AGCOM proprio in materia di televoto: per questo abbiamo ritenuto doveroso sollecitare un adeguamento dei ‘super’ che devono essere facilmente leggibili dai telespettatori, anche su televisori di media grandezza”.

A commento della serata trascorsa dietro le quinte del Teatro Ariston, nella stanza del televoto, insieme al notaio ed ai funzionari addetti alle operazioni, Massimiliano Dona aggiunge: “le operazioni si sono svolte regolarmente ed anche l’errore commesso da Gianni Morandi nell’annunciare il numero telefonico da utilizzare per votare tramite telefono fisso non ha pregiudicato gli esiti della gara, considerato che per i giovani in concorso si è aperta una un’unica sessione valida per tutti i concorrenti ed anche alla luce dell’andamento dei voti che ho potuto monitorare dai terminali”.

L’avvocato Dona precisa: “naturalmente le verifiche che siamo in grado di fare durante la serata coprono solo in parte il meccanismo del televoto in quanto alcuni accertamenti, come ad esempio quelli riguardanti l’eventuale utilizzo fraudolento di call center, potranno essere richiesti solo in un secondo momento agli operatori telefonici, trattandosi di verifiche ex post che comunque seguiremo con attenzione”.

“Resta di buono -conclude Dona- che, proprio grazie a questa edizione del Festival, agli annunci che il presentatore è tenuto a fare su espressa indicazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), al nuovo regolamento emanato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ed alla nostra presenza dietro le quinte, i telespettatori sono più consapevoli nel momento in cui utilizzano servizi a sovrapprezzo come il televoto”.

mercoledì 16 febbraio 2011

Tassa di concessione Governativa dichiarata illegittima

Il 5 Gennaio del 2011 la Commissione Tributaria del Veneto ha dichiarato illegittima la Tassa di Concessione Governativa. I motivi: con il d.lgs. 259/2003, ovvero il Codice delle comunicazioni, lo Stato ha aperto la privatizzazione dei servizi di telefonia con il conseguente passaggio della concessione governativa da atto amministrativo di natura pubblicistica a contratto ovvero uno strumento di diritto privato che presuppone una posizione di parità tra i contraenti. La CTR del Veneto ha quindi accertato che la tassa non deve essere pagata perché illegittima e ciò anche in favore dei clienti privati. La vicenda è altresì stata sottoposta alla Corte di Giustizia della Ue a seguito dell’invio da parte della CTP di Taranto della documentazione relativa ad un contenzioso analogo.

La faccenda, ovviamente, è complessa. C'è ragione di pensare che le commisioni tributarie saranno sommerse dai ricorsi dal probabile esito positivo, quindi sullo Stato pende una Spada di Damocle da milioni di euro che, ovviamente, farà parecchia fatica a restituire. Il rischio è che chi si getterà nella mischia per primo otterrà il rimborso mentre tutti gl'altri dovranno accontentarsi di non pagarla più, forse.

Ma vediamo nel dettaglio che cos'è la Tassa di concessione governativa:
conosciuta anche con l'acronimo TCG, è la tassa da corrispondere allo Stato italiano per l'impiego di apparecchiature terminali per il servizio radiomobili pubblico terrestre di comunicazione (art. 318 del decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 1973, n. 156 e art. 3 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 151, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 202): per ogni mese di utenza: DPR 26 ottobre 1972, n. 641 sulla "Disciplina delle tasse sulle concessioni governative".

Dal 1995, quindi, gli intestatari di un abbonamento di telefonia mobile devono corrispondere allo Stato 12,91€ mensili se per uso affari, quindi intestato ad un'azienda o ad una ditta individuale, mentre 5,16€ per i privati.
La CTR del Veneto ha recepito ed accolto il ricorso basato sul fatto che dal 2003 i servizi di comunicazione radiomobile sono completamente privatizzati ed aperti al mercato e per tanto non soggetti a Tassa di Concessione.

Dall'altra parte si sapeva da tempo che la tassa era debole, solo che nessun governo, pur avendone parlato tutti a lungo ed a sproposito, vi ha mai messo mano. Pensiamo ad esempio al fatto che le ricaricabili non la pagano, perchè? La legge parla chiaro e non fa alcun riferimento a piani ricaricabili o meno. Anche le sim dati, quelle che per intenderci si trovano nelle chiavette, non pagano la TCG, perchè? Non sono forse anche loro apparecchiature terminali per il servizio radiomobili pubblico? Misteri tributari italiani.

Ora però resta il fatto, cosa succederà in caso di ricorsi a valanga? Anche questo per ora è un mistero. Come Comitato di Cremona dell'Unione Nazionale Consumatori siamo a disposizione per effettuare i ricorsi presso le sedi opportune (a breve sul sito www.conciliatel.it verranno messi i moduli da scaricare direttamente) in attesa di nuove sentenze, nonchè del pronunciamento UE.

Marco Rezzi

martedì 15 febbraio 2011

AFFARI TUOI: NESSUN RISPETTO PER GLI UTENTI!

“Nessun rispetto nei confronti dei cittadini che pagano il canone”. Così Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commenta la ripresa del programma “Affari tuoi”, in onda da ieri su RaiUno su format Endemol: il gioco televisivo aveva dominato per sette stagioni gli ascolti dell’access prime time di Raiuno (condotto in passato da Paolo Bonolis, Antonella Clerici, Pupo, Flavio Insinna e ultimamente da Max Giusti), ma era stato sospeso in seguito all’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Roma dopo la denuncia dello stesso Dona sulle presunte irregolarità nel gameshow.

“Anche se l’azienda di Viale Mazzini risultava parte lesa nel procedimento aperto presso la Procura di Roma -prosegue l’avvocato Dona- stupisce che la Rai non tenga in considerazione quanto affermato nel provvedimento del GIP che ha archiviato l’inchiesta: il Giudice ha chiaramente affermato che la vicenda ‘evidenzia i difetti di un gioco che per garantire vera e certa trasparenza avrebbe dovuto avere ben altre modalità di svolgimento nella fase di abbinamento dei premi ai pacchi e di ingresso dei pacchi nello studio’”.

“Come risulta chiaramente da quel provvedimento -insiste Massimiliano Dona- il Giudice è costretto ad ammettere la difficoltà di (parole testuali) ‘ricostruire oggi in quale segmento delle operazioni di gioco, puntata per puntata, può essersi verificata l’ alterazione della sua alea’ e di ottenere informazioni dai concorrenti ‘non interessati a dire la verità quando partecipi al trucco’”.

“Alla luce di questi fatti -conclude Dona- gli utenti si sarebbero aspettati la definitiva rinuncia al programma ‘Affari Tuoi’, come gesto di responsabilità da parte della Rai anche alla luce delle irregolarità che ho documentato nel mio libro ‘Affari loro’ (pubblicato da Minerva Edizioni di Bologna, diritti d’autore interamente devoluti all’Unione Nazionale Consumatori).

lunedì 14 febbraio 2011

Caro San Valentino....

Sono i simboli della festa degli innamorati, e per questo, comprarli a San Valentino costa caro. Parliamo dei fiori e dei cioccolatini che, secondo un'indagine dell'Adoc, anche quest'anno hanno subito un rincaro dei prezzi. E non sono i soli: aumenti registrati anche per i ristoranti e per altri regali, come i peluche e la biancheria intima. "Pessime notizie per i consumatori innamorati - commenta Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - una confezione di cioccolatini costa in media l'1,8% in più dello scorso anno, un mazzo di fiori il 2% in più. Anche i peluche (+2,1%) e il ristorante (+4,6%) segnano aumenti. Tra i regali più gettonati in rialzo, nonostante gli aumenti, i cioccolatini (+6%), i fiori (+4%) e l'intimo (+3%). In crescita anche i prodotti per il benessere (+3%), una scelta altruista, una possibile reazione allo stress causato dalla crisi. Si preferisce regalare qualche ora di relax e rilassamento che i soliti doni."

Dall'indagine dell'Adoc risulta che nel 39% dei casi l'innamorato spenderà al massimo 50 euro, solo il 7% si spingerà oltre i 200. "Solo il 7% degli innamorati potrà permettersi di spendere oltre 200 euro per S.Valentino - continua Pileri - la maggior parte, il 69%, composto da coppie giovanissime e da coppie fino ai 30 anni d'età, non andrà oltre le 100 euro di spesa. Purtroppo andare fuori a cena costerà di più rispetto al 2010, circa il 4,6%, si spenderanno in media 68 euro per due persone. Un fattore che spingerà molti italiani a passare la festa tra le mura di casa, secondo le nostre stime circa il 46%. Inoltre, bisogna considerare il fenomeno sms: saranno milioni i messaggini inviati con il cellulare, per un volume d'affari che noi stimiamo sui 20 milioni di euro."

SANREMO: TUTTO TACE DA VIALE MAZZINI

“E’ preoccupante il silenzio della Rai sulla richiesta dell’AGCOM di far partecipare al Festival di Sanremo i rappresentanti dei consumatori come osservatori sul televoto”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando l’assenza di qualsiasi iniziativa da parte di viale Mazzini in attuazione del Regolamento recentemente approvato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni.

“Nessuno ha preso contatti con noi, nonostante l’imminenza del Festival -afferma l’avvocato Dona -non ci è stata fornita alcuna indicazione sul concreto svolgimento delle operazioni alle quali dovremmo presenziare”.

“Avevamo invocato un atteggiamento di lealtà da parte della Rai -prosegue Massimiliano Dona- ma siamo alle solite: l’azienda non ci ha neppure spiegato se e come intende escludere il ricorso ai call centers e di ogni altro meccanismo che pregiudichi l’interesse della collettività falsificando gli esiti della votazione come sembra essere avvenuto in altre circostanze”.

“Su questo punto -insiste l’avvocato Dona- il regolamento parla chiaro: secondo l’articolo 5, comma 4, è vietato esprimere voti tramite sistemi automatizzati o meno, fissi o mobili, che permettono l’invio massivo di chiamate o sms, né da utenze che forniscono servizi di call center”.

“Per questo -conclude Dona- invochiamo la collaborazione degli operatori telefonici che dovrebbero essere ragionevolmente in grado di vigilare su tale divieto, sempre se gli interessi economici non prevalgano ancora sul rispetto delle regole”.

venerdì 11 febbraio 2011

SANREMO: TELEVOTO OSSERVATO SPECIALE?

“L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha formalmente richiesto alla RAI di far partecipare due osservatori in rappresentanza dei consumatori al Festival di Sanremo per vigilare sul televoto abbinato alla manifestazione canora che inizierà la prossima settimana”. E’ quanto rende noto l’Unione Nazionale Consumatori, citando una nota dell’AGCOM che ha indicato i nominativi di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’UNC e Carlo Pileri Presidente di ADOC, come rappresentanti degli utenti per le operazioni di televoto.

Per la seconda volta l’avvocato Massimiliano Dona assume le vesti di osservatore della regolarità di un programma televisivo trasmesso dalla RAI dopo la vicenda che lo portò a denunciare presunte irregolarità nel gioco a premi “Affari tuoi”.

“Il nostro compito -dichiara l’avvocato Dona- è di grande responsabilità al fine di garantire il rispetto dei principi di eguaglianza, trasparenza ed imparzialità del televoto sanciti dal regolamento recentemente approvato dall’Autorità garante”.

“La designazione da parte dell’AGCOM della nostra Unione come osservatore in occasione del Festival della canzone italiana -conclude Dona- premia il nostro impegno in un settore così delicato quale è quello della partecipazione del pubblico ai programmi televisivi. Auspichiamo che l’azienda di viale Mazzini accetti la nostra presenza e collabori in modo leale con le Associazioni dei consumatori”.

UN EURO PER OGNI BIGLIETTO DI CINEMA ????

CINEMA: DA LUGLIO TASSA DI 1 EURO SUI BIGLIETTI
I CONSUMATORI: UNA FOLLIA. RICORSO AL TAR E SCIOPERO DEGLI SPETTATORI


Una decisione folle che danneggia i cittadini italiani e gli appassionati di cinema, e che avrà ripercussioni negative per gli stessi esercenti cinematografici.
Così le associazioni aderenti a Casper – Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazione Consumatori) commentano il provvedimento contenuto nel decreto Milleproroghe che da luglio imporrà agli spettatori il pagamento di una tassa pari a 1 euro a biglietto.
"Si tratta di una vera e propria stangata per le tasche dei cittadini - afferma Casper - Già oggi i cinema italiani sono tra i più cari del mondo, e il costo medio di un biglietto è pari a 7,50/8,00 euro, mentre per le visioni di film in 3D può arrivare a 12 euro. Se approvato il provvedimento del Governo, un biglietto arriverà a costare 9 euro, 13 euro per i film in 3D”.
"Si tratta di prezzi improponibili, che avranno come effetto quello di tenere i cittadini lontani dalle sale cinematografiche, con enorme danno per gli stessi esercenti. Per tale motivo, se non verrà ritirato il provvedimento, presenteremo ricorso al Tar e avvieremo iniziative di protesta tra cui lo sciopero degli spettatori” – concludono le 4 sigle.

martedì 8 febbraio 2011

Toscana: intesa tra Uncem e Corecom su conciliazioni

Velocita' di intervento, pari opportunita' di accesso territoriale. Questi gli obiettivi del protocollo d'intesa siglato a dicembre 2010 tra Corecom della Toscana (Comitato regionale per le comunicazioni) e Uncem Toscana (Unione nazionale comuni e comunita' enti montani), presentato oggi a Firenze. Un protocollo che mira a rendere accessibile il servizio di conciliazione delle controversie tra cittadini e operatori delle telecomunicazioni anche a coloro che risiedono in zone distanti e disagiate rispetto a Firenze. Un servizio che l'Authority fornisce a titolo gratuito (non e' cosi' per altri enti) e che dal 2004 ad oggi ha fatto registrare un incremento del 100 per cento di crescita delle istanze ogni anno (nel 2004 erano 217, nel 2010 sono 4075). ''Garantire pari accessibilita' territoriale e' lo scopo principale dell'accordo siglato'' ha detto il presidente del Corecom Marino Livolsi. ''Siamo particolarmente soddisfatti di questa intesa con Uncem perche' offrira' un servizio di videoconferenza ai residenti nelle aree montane evitando loro costosi e lunghi viaggi nel capoluogo''. ''Crediamo - ha continuato Livolsi - che questa opportunita' fara' lievitare ulteriormente il numero delle domande di conciliazione. Spesso, infatti, si rinuncia ad aprire un contenzioso proprio per la difficolta' di raggiungere la sede fiorentina''.

Fonte: Conciliatel.it

lunedì 7 febbraio 2011

ART. 41 COSTITUZIONE: RICONOSCERE ESPRESSAMENTE LA FIGURA DEL CONSUMATORE

“Iscrivere ‘formalmente’ nella Costituzione la protezione dei consumatori”. E’ quanto chiede Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando il dibattito in atto sulla possibile modifica dell’articolo 41 della nostra Costituzione e ribadendo la proposta di riformularlo nella prospettiva di un espresso riconoscimento della figura del consumatore.

“L’osservazione del mercato -spiega Dona- dimostra che non sempre i consumatori sono tenuti nella giusta considerazione: i processi di liberalizzazione sono ancora osteggiati; le Autorità di controllo faticano ad esercitare con continuità la loro funzione di deterrenza nei confronti dei comportamenti scorretti; l’accesso alla giustizia, anche tramite l’azione di classe, è esageratamente difficoltoso per le liti di consumo”.

“In questo contesto -prosegue il Segretario generale dell’UNC- il consumatore rischia di trovarsi esposto agli inganni del mercato, anche per la scarsa cultura dei propri diritti. Ecco perché, secondo la nostra Unione Consumatori, tra le priorità della futura azione di governo non potrà mancare un serio investimento nell’educazione al consumo dei nostri cittadini, a partire dalla scuola”.

“Ed ecco perché -conclude Dona- iscrivere i diritti del consumatore nel 2° comma dell’art. 41 della Costituzione Repubblicana rappresenterebbe un primo importante passo per garantire libertà di impresa nel rispetto dei cittadini”.

venerdì 4 febbraio 2011

La contraffazione ed il consumatore

Il consumatore è vittima o complice della contraffazione? La risposta non è affatto scontata, perché se nel campo della contraffazione di prodotti alimentari e cosmetici il consumatore è indifeso e si trova nella situazione di vittima inconsapevole di un fenomeno difficile da controllare, altre volte - è il caso tipico della falsa borsa Vuitton acquistata sulla bancarella - è perfettamente consapevole che sta acquistando un falso, perché una vera griffe è fuori dalla portata delle sue tasche.

Attenzione però. Alla domanda telefonica: "Hai mai comprato un prodotto contraffatto?", effettuata nell'ambito di un sondaggio sulla contraffazione in corso d'opera da parte di Assoutenti, la risposta è stata: "click". Quasi tutti hanno chiuso il telefono. Dai risultati del pretest è emerso che nessuno degli intervistati affermava di aver acquistato prodotti contraffatti. Il questionario è stato modificato: "In Italia - ha detto Mario Finzi, presidente Assoutenti - il 15% delle persone ammette e racconta la sua esperienza di contraffazione. Al cittadino serve chiarire cosa è vietato acquistare, cosa si può acquistare, cosa non è sicuro acquistare". A fare il punto sulla situazione, il seminario organizzato oggi a Roma dal Ministero dello Sviluppo Economico insieme a otto Associazioni di Consumatori (Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Codici, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino) sul tema "La contraffazione: il consumatore vittima o complice?".

I presenti al convegno hanno analizzato tutte le facce della contraffazione, un fenomeno sempre più diffuso che riguarda ormai tutti gli oggetti della vita quotidiana: abbigliamento, giocattoli, farmaci, cosmetici, alimentari, elettrodomestici, ricambi auto, borse e via aggiungendo alla lista. Il seminario è stato occasione per lanciare la campagna informativa "Io non voglio il falso", promossa dal Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione - Direzione generale per la lotta alla contraffazione - Ufficio Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con le otto Associazioni di Consumatori che hanno preso parte alla tavola rotonda. Obiettivo, sensibilizzare i consumatori sull'illegalità della contraffazione e sulla pericoli per la salute che spesso derivano da oggetti contraffatti.

La contraffazione è dunque un fenomeno complesso, rappresenta ormai "una economia parallela", ha visto una crescita esponenziale e si è legata a fenomeni di criminalità, ma vede anche un aumento della domanda di prodotti falsi, nella quale - ha argomentato il segretario nazionale Adiconsum Pietro Giordano - c'è spesso "una complicità più o meno consapevole del consumatore". Un fenomeno che (Carlo Pileri, presidente Adoc) si incrocia con i cambiamenti del modello produttivo sempre più delocalizzato, che crea "fenomeni di ambiguità" per prodotti derivanti dall'assemblaggio di componenti "internazionali", e si lega a uno "squilibrio del mercato" fra il valore intrinseco del prodotto (il materiale con cui la borsa è fatta) e il valore virtuale attribuito al marchio (la griffe). La contraffazione è un fenomeno (Rita Battaglia, vicepresidente Federconsumatori) che produce un danno collettivo (dalle false fatturazioni al riciclaggio), un danno sociale (lavoro nero), un danno morale - "si trasmette nella coscienza del consumatore l'inquinamento del concetto di legalità". C'è poi il fenomeno della contraffazione dei farmaci, dove (Ivano Giacomelli, segretario nazionale Codici) va riconosciuto che "non si sa quanto il farmaco terapeutico contraffatto incida nel mercato globale", e nel quale i farmaci più contraffatti sono quelli legati alla sfera sessuale e a quella sportiva, un "traffico ad alta redditività" alimentato soprattutto via internet.

Attenzione al consumatore, però, perché spesso si trova nella situazione di vittima della contraffazione. Accade nel settore alimentare, accade nel settore dei cosmetici. "Nel settore alimentare - ha detto Silvia Biasotto, responsabile del Dipartimento Sicurezza Alimentare di MDC - il consumatore è quasi sempre una vittima. Ed è uno dei consumatori più indifesi", perché "è difficile riconoscere un prodotto alimentare contraffatto, almeno in Italia". Si tratta di "un business che vale oro", ha spiegato Biasotto citando i dati del Rapporto Italia a Tavola realizzato da MDC insieme a Legambiente: nel 2009, l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari ha effettuato sequestri per circa 20 milioni di euro, dei quali 9 milioni riguardavano vini DOC, DOCG e IGT. I vini più contraffatti: Nero d'Avola, Pinot Grigio Veneto IGT e Amarone. Per non parlare dei sequestri di prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, fatti dai Carabinieri delle Politiche Agricole a partire dai sequestri di bobine e marchi per la contraffazione del prodotto.

"Il problema più grande - ha aggiunto però Biasotto - è l'estero con il fenomeno dell'Italian Sounding". È un mercato dai numeri enormi - l'Eurispes parla di 62 miliardi di euro nel 2009 - nel quale il 40% dei prodotti è venduto negli Stati Uniti e in Canada, e nel quale conta più di tutto e sopra di tutto "l'evocazione dell'italianità". Sostiene Biasotto: "Il consumatore difficilmente si può tutelare: un'indicazione può essere rappresentata dal prezzo, ma servono tecnologie e controlli. E all'estero la nostra qualità è un grande strumento di marketing ma non ha reale tutela".

E i cosmetici? Una ricerca in corso da parte del Movimento Consumatorisu mercatini di Roma, Milano, Bari, Palermo e Venezia ha evidenziato la vendita sottocosto di prodotti cosmetici di grandi marchi: il dubbio è che siano prodotti contraffatti, ma le stesse aziende interpellate non sono state in grado di rispondere sulla veridicità dei prodotti sulla base del solo packaging o del lotto di produzione, tanto che stanno effettuando delle specifiche analisi. "In periodo di crisi - ha detto Rossella Miracapillo, segretario generale Movimento Consumatori - il mercato della cosmesi non conosce flessioni. E dove c'è un grande interesse economico c'è anche interesse alla contraffazione", che in questo settore si dispiega attraverso l'imitazione del prodotto e del packaging e attraverso una importazione parallela. Secondo dati Unipro, ha detto Miracapillo, nel 2008 su 8700 milioni di euro di prodotti, 120 milioni erano di prodotti contraffatti, e di questi 85 milioni di profumi. "Ma è un dato determinato dai sequestri alle frontiere", quindi sottostimato.

Miracapillo ha ricordato il caso eclatante, esploso sulla stampa qualche anno fa, del falso dentifricio Colgate: "Nel settore della cosmesi e in quello dei farmaci il consumatore è vittima inconsapevole di questi fenomeni", ha detto Miracapillo, sottolineando che le analisi fatte su tali tipologie di prodotti hanno evidenziato la presenza di sostanze cancerogene e allergizzanti con concentrazioni anche duemila volta superiori a quelle consentite. Il cittadino può comunque cercare di tutelarsi. Anche se riconoscere un prodotto contraffatto può essere difficile, alcuni segnali portano su questa via: un prezzo troppo basso, l'assenza di etichette con l'origine, gli ingredienti, il sito di produzione, la presenza di indicazioni in etichetta scritte in lingua straniera.

Per il resto, emerge una consapevolezza su tutte: la contraffazione è senza frontiere e ha mille facce, ma spesso il risparmio in denaro si traduce in rischio per la salute.


di Sabrina Bergamini

2011 - redattore: BS

giovedì 3 febbraio 2011

GRANDE FRATELLO: ECCO LA PROCEDURA PER IL RIMBORSO DEL TELEVOTO

“Molti spettatori sono ancora in attesa dei rimborsi relativi ai diversi televoti annullati nelle ultime settimane e riguardanti il programma Grande Fratello”. E’ quanto si legge in una nota dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), secondo la quale hanno diritto alla restituzione tutti coloro che hanno espresso il loro voto:

- dal 27 dicembre 2010 al 3 gennaio 2011 (voti espressi pro/contro la riammissione di Massimo Scattarella);

- dal 4 gennaio 2011 all’8 gennaio 2011 (voti espressi per la nomination tra Pietro Titone, Olivia Lechner e Giuliano Cimetti);

- dal 24 gennaio 2011 al 27 gennaio 2011 (voti espressi per la nomination tra Nathan Lelli, Roberto Manfredini e Biagio D’Anelli).

Per facilitare le operazioni, l’Unione Nazionale Consumatori mette a disposizione degli utenti un modulo da inviare a Mediaset ed Endemol per richiedere la prova dell’avvenuto rimborso (scaricare da www.consumatori.it ).

MODULI per l'iscrizione al Pubblico Registro delle Opposizioni

Presso la sede del Centro d'ascolto dello scrivente Comitato - aperta al pubblico ogni giorno feriale dalle 17.30 circa alle 19 e la mattina del mercoledì dalle 10 alle 11.45 - sono disponibili i MODULI per l'iscrizione - sia tramite fax che e-mail ed ovviamente servizio postale - al Pubblico Registro delle Opposizioni da parte degli abbonati alle varie società telefoniche e di cui all'art.1 comma 1 lett.b) del DPR 7 Settembre 2010 n°178, provvedimento con cui è stata - finalmente !...- data possibilità agli utenti telefonici di evitare il fastidio delle offerte commerciali a mezzo telefono e, sopratutto FAX.
Nel darne comunicazione esprimiamo il maggior consenso ad un provvedimento di cui l'utenza ne sentiva necessità, anche ad evitare inutile spreco di carta ed inchiostro nonchè frequenti e spiacevoli malintesi!...
Chi fosse interessato potrà passare e ritirarne gratuitamente copia.

UPDATE: sul sito www.consumatoricremona.it è disponibile il modulo e le istruzione su dove mandarlo. Clicca qui per andare alla pagina.

martedì 1 febbraio 2011

GRANDE FRATELLO: SEMPRE PIU’ IN BASSO!

"Credevamo che si fosse toccato il fondo, prima di vedere l'ultima puntata del Grande Fratello". É quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), stigmatizzando la bestemmia pronunciata in prima serata da Nando Colelli, concorrente del programma eliminato qualche settimana fa e ieri presente nella diretta televisiva dagli studi di Cinecittà.

"Ormai -prosegue l'avv. Dona- pur di fare ascolti, non si risparmiano risse e scazzottate all'ora di cena, con buona pace del regolamento e, soprattutto, di chi guarda da casa: il rispetto per il pubblico é ai minimi storici".

"Come se ciò non bastasse, ieri il programma ha introdotto una brillante novità: é stato lanciato un inedito televoto d'opinione, una specie di sondaggio, nuovo stratagemma escogitato per derubare i telespettatori da casa".

"Per quest'anno -incalza Dona- i telespettatori ne hanno dovute sopportare davvero troppe, mentre l'unico annuncio serio, quello dei rimborsi per i televoti annullati, é ancora avvolto nel mistero: alla nostra richiesta di chiarimenti, Mediaset ed Endemol non hanno ancora risposto".

Dona conclude amaramente: "non ci resta che lanciare un televoto: secondo voi i rimborsi dove sono finiti?"