lunedì 30 maggio 2011

CETRIOLI “KILLER”: ADOTTIAMO LE COMUNI NORME IGIENICHE DI SICUREZZA

“Consumare frutta e verdura solo dopo un accurato lavaggio e, laddove possibile, sbucciarle, evitando di tenerle a contatto con quelle non igienizzate”. E’ quanto raccomanda Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando il recente caso dei “cetrioli killer” che ha già causato il decesso di dieci persone in Germania e oltre cento casi di contagio in tutta Europa.
“I primi risultati degli accertamenti effettuati dalle Autorità sanitarie tedesche -spiega Dona- individuerebbero in alcuni cetrioli importati dalla Spagna la presenza di un ceppo di ‘Escherichia coli’, un batterio aggressivo che può avere effetti patogeni anche con gravi conseguenze, proprio come accaduto in Germania”.
“E’ bene sapere -sottolinea Dona- che le modalità di contaminazione dei vegetali possono essere diverse: oltre ai cetrioli debbono dunque essere attuate le comuni norme igieniche anche per altre verdure e frutta che vengono consumate fresche, ricordando inoltre che la cottura ‘protegge’ l’alimento, eliminando ogni microrganismo eventualmente presente”.
“Bisogna infine tener presente -prosegue Dona- che nell’ambito dell’Unione Europea i controlli sulla sicurezza degli alimenti debbono essere fatti nei paesi in cui vengono prodotti in modo da poter garantire anche i paesi destinatari del prodotto. Nei casi in cui viene accertato un pericolo -continua il Segretario generale dell’UNC- le competenti strutture comunitarie bloccano le esportazioni ed ovviamente il consumo a livello locale, attuando controlli supplementari”.
“Al momento -conclude Massimiliano Dona - nel nostro Paese non dovrebbero arrivare prodotti pericolosi dalla Spagna, ma è comunque bene che le nostre Autorità vigilino costantemente”.

TELEFONIA: DENUNCIATA ALL’ANTITRUST SEGRETRIA.ORG

“Sette euro per ascoltare una voce registrata in una segreteria telefonica sono davvero troppi!” E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), riferendosi ad una delle numerose segnalazioni giunte alla nostra Unione da parte di consumatori che hanno pagato profumatamente per ascoltare un fantomatico messaggio telefonico.
“In tanti ci sono cascati -spiega Dona- perché hanno ricevuto sul loro telefonino un sms che li avvertiva di un messaggio urgente in segreteria. Poi però richiamando il numero si sono accorti che si trattava di un’utenza 899, ma ormai era troppo tardi! Come se non bastasse -prosegue il Segretario generale- nel messaggio si faceva riferimento al sito ‘segreteria.org’: cercandolo sul web è chiaro che questo indirizzo non ha nulla a che fare con la telefonia, visto che si tratta di un portale di incontri a pagamento e chat”.
“L’Unione Nazionale Consumatori ha già segnalato il caso all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato -afferma l’avvocato Dona- affinché sia fatta chiarezza e vengano rimborsati gli utenti coinvolti. Intanto -conclude Dona- ricordiamo ai consumatori di non pubblicare mai il proprio numero di cellulare su Internet e di non fidarsi dell’attivazione di servizi di telefonia non richiesti”.

martedì 24 maggio 2011

UNC: CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI CARLO CANNELLA

“Un uomo garbato, divulgatore sorridente, un vero amico dei consumatori, ci mancherà”. E’ con queste parole che Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), esprime profondo cordoglio per la scomparsa del professor Carlo Cannella, ordinario di scienza dell’alimentazione, ex presidente dell’INRAN e noto personaggio televisivo.“Il professor Cannella -prosegue Massimiliano Dona- è stato da sempre un amico dei consumatori, un uomo di impareggiabile capacità comunicativa che sapeva trasmettere le sue conoscenze con chiarezza e semplicità, ma soprattutto in modo sereno ed equilibrato: in un mondo della comunicazione dove il nutrizionista cerca spesso di terrorizzare il pubblico, Carlo spiegava sorridente come alimentarsi correttamente”.“In questi anni -aggiunge l’avvocato Dona- ho avuto la fortuna di confrontarmi più volte con lui sul grado di consapevolezza dei consumatori in campo alimentare, apprezzandone l’estrema disponibilità e l’entusiasmo profuso al nostro fianco nei progetti educativi rivolti soprattutto ai consumatori più giovani”. “Mi commuove pensare che solo qualche tempo fa è stato ospite del nostro premio ‘Vincenzo Dona’ dedicato all’alimentazione, regalandoci come sempre il suo prezioso contributo. Tutta l’Unione Nazionale Consumatori -conclude Dona- si stringe attorno al dolore della famiglia e di quanti lo hanno conosciuto”.

lunedì 9 maggio 2011

COMUNICAZIONE: UN CONCORSO PER I MEDIA CHE PARLANO DI LATTE

“Latte, yogurt e formaggi sono alimenti fondamentali nella dieta degli italiani, per questo è necessario dare ai consumatori un’informazione chiara ed esaustiva sul settore”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando l’iniziativa del Premio Giornalistico “L’Attendibile”, promosso da Assolatte per stimolare il mondo della comunicazione ad approfondire i temi del settore latte e derivati con un’informazione semplice, corretta e super partes.

Il concorso è riservato a giornalisti, professionisti e pubblicisti che affronteranno materie relative all’industria lattiero casearia e alle sue produzioni, in articoli, inchieste e servizi diffusi tramite la stampa, le agenzie di stampa, la radio, la televisione e i nuovi media tra il 15 febbraio 2011 e il 15 novembre 2011.

“Un buon lavoro da parte dei media è imprescindibile se si vogliono consumatori più maturi -ricorda Dona- perché solo un cittadino ben informato è capace di scelte consapevoli e sa resistere alle lusinghe della pubblicità”.

venerdì 6 maggio 2011

SVILUPPO: SCANDALOSA PRIVATIZZAZIONE DEL MARE

“Brutte notizie per i consumatori delle spiagge italiane con la privatizzazione di tutto ciò che si trova sull’arenile, decretata quest’oggi dal Governo”. E’ questa l’opinione di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), che critica il provvedimento del decreto sviluppo in forza del quale chi ha costruito lungo la costa e persino sulla spiaggia o sulla scogliera, beneficerà del diritto di superficie per novanta anni.

“Un inaccettabile regalo ai responsabili degli abusi edilizi che deturpano le nostre coste -afferma Dona- operato per altro in spregio della direttiva europea in materia di concessioni demaniali marittime che avrebbe imposto la gestione della spiaggia a rotazione attraverso aste pluriennali”.

“Il Governo si è lasciato condizionare dalla prepotenza dei balneari senza preoccuparsi dell’interesse dei consumatori: non resta -conclude il Segretario generale- che sperare in un contenimento dei costi di accesso alle spiagge per evitare che al danno si aggiunga la beffa”.

mercoledì 4 maggio 2011

PROCESSI DI LIBERALIZZAZIONE E FUNZIONI DI UTILITÀ SOCIALE: IL CASO DELLE FARMACIE RURALI

Le liberalizzazioni allo studio sulla vendita dei farmaci sono un tema su cui da tempo si sta dibattendo e che vede le categorie interessate dividersi tra “favorevoli” e “contrari”.
Al fine di comprendere i reali costi-benefici di un’eventuale deregolamentazione del settore, l’Unione Nazionale Consumatori ha commissionato un’analisi economica ad un autorevole pool di studiosi del RESc (Ricerche Economiche società cooperativa).
“Le liberalizzazioni -spiega il Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona- sono un fenomeno troppo importante per essere guardate attraverso gli occhiali dell’ideologia: in linea teorica una sana concorrenza tra operatori professionali produce benefici effetti in capo ai consumatori (in termini di capillarità dell’offerta e minori prezzi) e per il mercato (in termini di competitività per le imprese e migliore occupazione). Tuttavia -prosegue l’Avv. Dona- nel settore della vendita dei farmaci i processi di liberalizzazione potrebbero avere effetti socialmente ed economicamente indesiderabili. E’ proprio per esaminare queste ricadute che abbiamo commissionato al RESc (Ricerche economiche società cooperativa) una indagine scientifica per ‘simulare’ gli effetti di un eventuale provvedimento di liberalizzazione nel settore: i risultati dell’indagine, che presentiamo quest’oggi, forniscono indicazioni utili alla migliore comprensione del fenomeno e suggeriscono come (e con quali limiti) una liberalizzazione del mercato nella vendita di farmaci potrebbe accrescere il benessere della collettività dei consumatori.”
La diffusione sul territorio delle farmacie è sufficientemente capillare? E’ questa una delle prime domande dalle quali muove la ricerca commissionata dall’UNC.
Un primo dato significativo, poco percepito dall’opinione pubblica che immagina un’Italia con poche farmacie, spiega che la diffusione delle farmacie nello Stivale è in tutto e per tutto paragonabile alla media europea: nel nostro Paese c’è una farmacia ogni 3.374 abitanti (la media europea è di 3.323). Tra le grandi nazioni europee solo la Francia fa registrare una maggiore diffusione, mentre Germania e Regno Unito sono al di sotto della media italiana.
A questo si aggiungono altri dati interessanti a livello territoriale, che fotografano un Paese dove il numero delle farmacie per abitante è notevolmente superiore alla media in molte delle regioni caratterizzate da condizioni orografiche difficili e dalla prevalenza di piccole comunità locali rispetto alle realtà urbane. Si ha quindi una capillare presenza della distribuzione farmaceutica su tutto il territorio nazionale.
La ricerca spiega cosa accadrebbe nel caso in cui si assistesse a un processo di liberalizzazione che elimini i criteri di regolazione ex-ante dell’insediamento delle farmacie sul territorio: proprio il caso delle farmacie rurali (quelle situate nei comuni o nei centri abitati con meno di 5.000 abitanti, che in Italia sono oltre 6.000) è al centro dell’analisi perché sono questi esercizi a garantire la capillarità sul territorio, piccole realtà che soddisfano però una domanda socialmente importante proveniente dai territori marginali e con basso bacino di utenza.
Per questo l’Unione Nazionale Consumatori ha commissionato questo studio economico al RESc (Ricerche Economiche società cooperativa). Secondo gli autori della ricerca “sebbene l’argomento tradizionale è che a maggiore concorrenza equivalgano una maggiore efficienza e prezzi minori, a tutto beneficio del consumatore finale, il principio dell’efficienza economica può confliggere con un obiettivo di equità, in base al quale determinati servizi debbono essere fruiti dall’intera popolazione. La liberalizzazione delle farmacie potrebbe rientrare in questa casistica. Lo studio -prosegue il RESc (Ricerche Economiche società cooperativa) - evidenzia infatti come le farmacie sembrano essere sufficientemente diffuse sul territorio e come la liberalizzazione potrebbe ridurre questa diffusione. In particolare le farmacie rurali (vale a dire quelle situate nei comuni con meno di 5.000 abitanti e che potrebbero essere l’unico servizio pubblico presente) sono realtà di piccole dimensioni con fatturati e utili limitati che non influiscono sulla loro efficienza, ma la cui localizzazione le potrebbe rendere meno appetibili per il libero mercato. Con le liberalizzazioni, la distribuzione delle farmacie potrebbe dunque passare da capillare a concentrata, comportando esiti non desiderabili in termini di diffusione del servizio. Resta invece da verificare se il servizio possa essere bilanciato da una maggiore fruibilità e da una maggiore occupazione”.
L’Unione Nazionale Consumatori ha deciso di coinvolgere nell’indagine anche i piccoli Comuni italiani, come pubbliche amministrazioni direttamente interessate al fenomeno delle liberalizzazioni. La presidente dell’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani) Franca Biglio ritiene che “le farmacie siano un punto fermo, un presidio sul territorio esattamente come il municipio, l’ufficio postale, la scuola, l’esercizio commerciale, poiché rappresentano un servizio universale indispensabile per la persona e danno una risposta concreta alla gente che vive le situazioni più disagiate nel Paese. Si tratta -prosegue Franca Biglio- soprattutto dei piccoli comuni collinari e montani a forte rischio idrogeologico i cui abitanti vanno premiati perché custodiscono anche il territorio. Questi servizi -conclude Franca Biglio- non solo le farmacie ma anche gli uffici postali, le scuole, gli esercizi commerciali aiutano dunque anche ad arginare lo spopolamento”.
E’ proprio lo spopolamento il pericolo da arginare. Cosa accadrebbe in caso di completa liberalizzazione? La ricerca ha preso in esame, come campione geografico, la Provincia di Chieti mostrando in maniera evidente come nel caso delle para-farmacie la distribuzione è tutta concentrata nelle zone di maggiore redditività con relativo abbandono delle zone marginali.
Garantire una maggiore fruibilità del servizio è senza dubbio un obiettivo auspicabile, sempre nell’ottica di una piena attuazione del dettato costituzionale. Se però è vero che un processo di liberalizzazione rischia di diradare la presenza delle farmacie sul territorio, questa esigenza non verrebbe immediatamente soddisfatta.
“Ecco perché -insiste Massimiliano Dona- sarebbe piuttosto auspicabile che il Governo esamini a fondo il tema delle liberalizzazioni nel settore della vendita dei farmaci, approfondendo (anche con l’ausilio del nostro studio) le ricadute complessive del fenomeno per evitare che, procedendo a singhiozzo, simili iniziative si traducano in mere operazioni di facciata i cui costi potrebbero persino ricadere sulla collettività”.
“I consumatori -conclude l’Avv. Dona- sono interessati invece a liberalizzazioni che possano tradursi in benefici concreti: in questo settore ci piacerebbe veder realizzata, quindi, una razionalizzazione degli orari di apertura che faciliti realmente l’accesso al servizio, così come l’epocale riforma che consenta, finalmente, di poter acquistare confezioni più ridotte, cosa che eviterebbe il quotidiano spreco di farmaci che ancora, troppo spesso, finiscono nella spazzatura inutilizzati”.

lunedì 2 maggio 2011

COCA-COLA: SECONDO LO IAP VA MODIFICATO LO SPOT

“Le prossime pubblicità della Coca-Cola dovranno evitare di suggerire un consumo quotidiano della bevanda”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando la decisione dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) che invita a rivedere le modalità comunicazionali degli spot Coca-Cola.

“Il Comitato di Controllo dell’IAP ci ha dato ragione -afferma Dona- dichiarando che il messaggio veicolato è scorretto ‘se non contestualmente inserito in un ambito in cui sia evidente il concetto di bilanciamento calorico e nutrizionale e l’occasionalità del consumo’”. La decisione fa seguito ad una segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori che aveva denunciato la pubblicità del noto colosso americano giudicandola ingannevole per il fatto di suggerire un uso quotidiano e continuato di una bevanda ricca di zuccheri e contenente caffeina.

“Ci auguriamo che Coca-Cola modifichi prontamente la campagna -conclude l’avvocato Dona- nel rispetto dei consumatori e della stessa politica più volte professata dall’azienda che, tra l’altro, si è anche impegnata con il ‘Codice ASSOBIBE per l’autoregolamentazione delle attività di promozione e commercializzazione dei prodotti del settore’ ad astenersi dal suggerire un consumo eccessivo di simili bevande”.