venerdì 28 gennaio 2011

GRANDE FRATELLO: STOP AL TELEVOTO, AVANTI CON IL “TELE-RIMBORSO”

Roma, 27 gennaio - “Altra bestemmia, nuovo stop al televoto, ennesimo rimborso? Se si continua così al ‘Grande Fratello’ converrebbe bloccare definitivamente il televoto e lasciare le sorti dei concorrenti ufficialmente nelle mani degli autori!” E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), denunciando l’ennesimo caso di blasfemia all’interno della casa più spiata della tv.

“Poche ore fa -afferma il Segretario generale- il concorrente Nathan Lelli (tra gli ultimi entrati e in nomination questa settimana) ha bestemmiato mentre organizzava uno scherzo a bordo piscina con gli altri inquilini. Nonostante l’affermazione blasfema sia stata ignorata dagli altri concorrenti, l’audio non lascia adito a dubbi e dunque si pone ancora una volta il problema del comportamento che la produzione adotterà nei confronti di Lelli”.

“Nathan sarà espulso come è accaduto con Massimo Scattarella, Pietro Titone e Matteo Casnici e il televoto verrà, quindi, nuovamente interrotto oppure il concorrente sarà graziato, come nel caso di Guendalina Tavassi?”, si chiede Dona che aggiunge: “Se Nathan Lelli sarà punito dovranno essere rimborsati tutti coloro che hanno già votato (Lelli é in nomination con Roberto Manfredini e Biagio D’Anelli) visto il precedente delle scorse settimane quando è stato annunciato il risarcimento, anche grazie al nostro intervento, per i telespettatori che hanno votato per la riammissione di Massimo o hanno partecipato al televoto tra Pietro Titone, Olivia Lechner e Giuliano Cimetti”.

“Per la secondo volta in questa edizione -conclude l’avvocato Dona- è il caso di dire ‘stop al televoto, avanti con il tele rimborso’!”

mercoledì 26 gennaio 2011

FESTIVAL DI SANREMO: APPELLO CONTRO IL TELEVOTO

“Almeno il Festival di Sanremo ci risparmi il bluff del televoto”. E’ quanto auspica Massimiliano Dona Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori nel giorno della presentazione della manifestazione canora che si svolgerà dal 15 al 19 febbraio 2011.
“Abbiamo rivolto un appello al Presidente della Rai, Claudio Petruccioli, e al direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi, perché non si ripetano – prosegue Dona - gli scandali dell’anno passato quando persino l’orchestra si ribellò al televoto manovrato. Faremo recapitare il nostro appello anche al Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ed al Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), Corrado Calabrò, perché attuino ogni necessaria iniziativa a garantire che il televoto abbinato Festival si svolga regolarmente e non sia solo un’occasione per derubare gli utenti: se si chiede al telespettatore di partecipare, precisa Dona, si deve garantire a chi decide di televotare, una corretta informazione sui costi del servizio e, soprattutto, regole chiare che impediscano il ricorso ai voti dei call center. Senza dimenticare poi che sull’esito del Festival si può anche scommettere, dunque ogni interferenza esterna deve essere scongiurata”
“L’anno scorso -conclude l’avvocato Dona- fu l’orchestra a stracciare i propri spartiti in segno di protesta, quest’anno potrebbero essere gli italiani a stracciare l’abbonamento Rai. Per questo, abbiamo lanciato anche su Facebook una ‘Petizione per il televoto pulito’ con dieci richieste”. Eccole:
1. REGOLE CERTE: prevedere un regolamento unico, valido per tutti i televoti.
2. NUMERO DEI VOTI: dovrà essere posto un limite agli Sms inviabili da ciascuna utenza.
3. VOTAZIONI: stabilire un limite di votazioni all’interno di ciascun programma.
4. COSTI: devono essere spiegati chiaramente ed uguali per tutti i concorsi.
5. STOP CALL CENTER: devono essere escluse le chiamate dalle utenze a pagamento.
6. RISULTATI: i risultati delle votazioni devono essere resi pubblici.
7. TRASPARENZA: garantire l’accesso alle informazioni sugli incassi da televoto.
8. SCELTE DI REDAZIONE: divieto di sovvertire gli esiti delle votazioni.
9. RIMBORSI: tracciabilità dei voti per garantire l’eventuale rimborso.
10. CONTROLLI: alle operazioni dovrà essere presente un rappresentante dei consumatori.


Per maggiori informazioni o aderire alla campagna si può visitare il sito www.consumatori.it oppure su FACEBOOK: “Petizione per un televoto pulito”.

martedì 25 gennaio 2011

GRANDE FRATELLO: ECCO L’ANTITRUST ANCHE SUL CASTING ON LINE!

"Accogliamo con soddisfazione la notizia del secondo procedimento aperto dall’ Antitrust con riguardo, questa volta, al casting on line lanciato dal programma ‘Grande fratello’”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori commentando l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sul programma trasmesso da Canale Cinque.
“E’ la seconda iniziativa avviata nel giro di dieci giorni grazie alle nostre segnalazioni”, prosegue l’avvocato Dona, specificando: “questa volta sotto i riflettori del Garante finiscono il casting on line e l’ingannevolezza dei messaggi diffusi dal programma secondo i quali sarebbero stati i telespettatori, votando su Internet, a decidere il nuovo inquilino della casa”.
“Questo nuovo fronte – conclude il Segretario generale - non ci deve far perdere di vista la questione dei rimborsi: seppur, infatti, siano stati annunciati, sembrerebbe che finora siano previsti solo per il televoto annullato (quindi per i voti espressi tra il 4 e l’8 gennaio) e non per il ‘caso Scattarella’”.

venerdì 21 gennaio 2011

GRANDE FRATELLO: PETIZIONE “TELEVOTO PULITO”

"Nel televoto il profilo più tradizionale di servizio di comunicazione cede il passo al profilo ‘partecipativo’ e per questo va tenuto in massima considerazione il principio di trasparenza verso il consumatore che decide di utilizzarlo”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), annunciando il lancio della campagna “televoto pulito”.

“E’ ora di finirla -prosegue l’avv. Dona- con la bufala della democrazia televisiva se mancano i requisiti della trasparenza ed eguaglianza: se il telespettatore desidera spendere i suoi soldi con il televoto è libero di farlo, ma deve essere correttamente informato sulle regole del gioco, sui costi e sul peso che avrà la sua preferenza”.

“Non possiamo accettare -prosegue Dona- che sia ancora possibile fare ricorso a sistemi di invio massivo di preferenze che alterano il risultato finale. Non è un mistero che l'esito di molte votazioni televisive sia stato determinato dall'acquisto di pacchetti di voti tramite call center, il che rappresenta un inganno ai consumatori e una violazione delle regole sui giochi a premio che escludono la possibilità di interventi esterni che alterino l'individuazione dei vincitori”.

“E’ apprezzabile -secondo Dona- l’impegno su questo fronte dell’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che sta studiando una regolamentazione del televoto”.

“Intanto -conclude l’avv. Dona-, anche in vista dell’imminente Festival di Sanremo, l’Unione Nazionale consumatori ha lanciato una campagna per il ‘televoto pulito’ con dieci richieste”. Eccole:

1. REGOLE CERTE: prevedere un regolamento unico, valido per tutti i televoti.

2. NUMERO DEI VOTI: dovrà essere posto un limite agli Sms inviabili da ciascuna utenza.

3. VOTAZIONI: stabilire un limite di votazioni all’interno di ciascun programma.

4. COSTI: devono essere spiegati chiaramente ed uguali per tutti i concorsi.

5. STOP CALL CENTER: devono essere escluse le chiamate dalle utenze a pagamento.

6. RISULTATI: i risultati delle votazioni devono essere resi pubblici.

7. TRASPARENZA: garantire l’accesso alle informazioni sugli incassi da televoto.

8. SCELTE DI REDAZIONE: divieto di sovvertire gli esiti delle votazioni.

9. RIMBORSI: tracciabilità dei voti per garantire l’eventuale rimborso.

10. CONTROLLI: alle operazioni dovrà essere presente un rappresentante dei consumatori.

giovedì 20 gennaio 2011

SALDI: LA VIDEO-INCHIESTA UNC

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio: anche l’attuale periodo di vendita in saldo è caratterizzato da molte irregolarità.

“Rimane alta la percentuale dei negozianti che ‘sbagliano’ ad allestire le vetrine oppure continuano a fare i furbi”. E’ quanto dichiara l’Unione Nazionale Consumatori che ha condotto una video-inchiesta nelle strade di Roma (sul sito www.consumatori.it il video).

In molti casi il prezzo del prodotto rimane invariato rispetto a prima dei saldi, nonostante il cartellino riporti la percentuale di sconto. C’è poi chi non indica alcun prezzo sul cartellino costringendo il consumatore a chiederlo al negoziante, che in pratica potrà fare a sua discrezione. Infine, c’è chi espone solamente il prezzo in saldo ma non quello originario o viceversa.
L’Unione Nazionale Consumatori ricorda che ogni negoziante è libero di fare o non fare i saldi, ma, se li fa e mette il relativo cartello, deve rispettare le regole.

E’ buona norma conservare lo scontrino poiché anche la merce in saldo può essere cambiata se difettosa, entro 2 mesi dalla scoperta e nel caso si rilevino scorrettezze e disservizi conviene richiedere l’intervento dei Vigili urbani.

Come difendersi dalle intrusioni telefoniche e fax

Telefono, fax, posta elettronica, telefonino: sono i quattro strumenti che la tecnologia ha via via messo a punto per rendere la comunicazione sempre più veloce e indipendente dalla localizzazione fisica di mittente e destinatario. Ma essi sono diventati, con il tempo, anche veicoli di fastidiosi disturbi, si tratti di essere svegliati dallo squillo di un venditore di vini, di ricevere sul nostro fax mucchi di fogli pubblicitari dai gestori telefonici o di essere bombardati da mail e sms che magnificano i prodotti e servizi più improbabili.

Non tutti sanno che tali comportamenti sono, nella grande maggioranza dei casi, illegittimi, che le sanzioni per chi li mette in pratica sono da poco state aumentate (si parte da circa 20mila euro) e, soprattutto, che fare smettere il molestatore è possibile, relativamente facile e praticamente gratuito. La normativa di riferimento è contenuta nel “Codice in materia di protezione dei dati personali” (decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196), e in particolare negli articoli 7, 13, 23 e 130, mentre l’organo a cui rivolgersi – con una lettera, un fax o una mail – è il Garante per la protezione dei dati personali (Piazza di Monte Citorio, 121 – 00186 Roma, fax: 06 696773785, garante@garanteprivacy.it).

Rimandando al sito del Garante (www.garanteprivacy.it) per gli opportuni approfondimenti, consigliamo chi riceva una telefonata, un fax, una mail o un sms disturbo di comunicare innanzitutto al mittente la propria volontà di non ricevere più messaggi di tale tipo, conservando traccia di tale comunicazione. Infatti non è da escludere che il destinatario del messaggio di disturbo abbia a suo tempo dato il consenso a ricevere il messaggio, firmando senza pensarci una dichiarazione scritta in caratteri microscopici. Una volta revocato il consenso, l’ulteriore ricezione di comunicazioni diventa illegittima, e può essere segnalata al Garante senza alcuna formalità e senza bisogno di rivolgersi a un legale.

Inizia così un procedimento relativamente breve che può concludersi con l’archiviazione, con una sanzione amministrativa o anche con un provvedimento del Garante, che prescriva o vieti all’autore del messaggio determinati comportamenti, a pena di sanzioni penali.

BUCHE STRADALI - CHI È IL RESPONSABILE DEGLI INCIDENTI?

i si trova sempre più frequentemente a fare i conti con il problema degli incidenti causati dalla pessima manutenzione delle strade urbane (presenza di buche, strade sconnesse, macchie di olio, tombini rialzati etc.) soprattutto nelle grandi città come ad esempio quella di Roma. E così non c’è pace per pedoni, automobilisti e, soprattutto, per i conducenti di moto, scooter e motorini, sicuramente i più esposti al rischio di procurarsi serie lesioni fisiche in caso di sinistro.
In tali circostanze il danneggiato si chiede su quale soggetto gravi la responsabilità degli incidenti e quali elementi occorrono per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

Anzitutto la responsabilità è imputabile all’ente proprietario della strada e cioè al Comune che, però, secondo la giurisprudenza, viene ritenuto responsabile dei danni provocati dalla cattiva manutenzione stradale solo se la situazione di pericolo che ha causato il danno non è al momento del fatto né visibile né prevedibile. Ciò significa, ad esempio, che la buca deve essere nascosta (ad es. da una pozzanghera) e che al momento dell’incidente mancano indicazioni atte a segnalarne l’esistenza. L’utente della strada deve, cioè, dimostrare di essere stato impossibilitato ad avvistare in tempo il pericolo per evitarlo con l’uso della normale diligenza e prudenza.

Negli ultimi anni, tuttavia, si sta assistendo ad un’inversione di tendenza da parte dei giudici che si occupano di questo tipo di cause: il Comune viene, cioè, considerato “custode” della strada ed in quanto tale oggettivamente responsabile del danno creato all’utente dalla strada stessa, salvo che provi il caso fortuito. Il danneggiato deve solo provare che si è verificato l’evento dannoso e che la buca, l’avvallamento o il tombino scoperto sono stati la causa dell’incidente stesso.
Ciò premesso, ecco qui di seguito alcuni consigli pratici da seguire al fine di intraprendere, in caso di sinistri di tale genere, la corretta procedura di risarcimento dei danni nei confronti del Comune:

- chiedere l’immediato intervento della polizia municipale, della polizia stradale o dei carabinieri, in modo tale da far rilevare sul posto le condizioni della strada e verbalizzare, nell’immediatezza del fatto, l’esistenza della buca, della strada sconnessa, etc.;
- scattare – se possibile – alcune foto dei luoghi prima che il Comune segnali alle ditte responsabili della manutenzione di riparare il danno;
- premunirsi di testimoni che abbiano assistito all’evento;
- nel caso di lesioni personali recarsi immediatamente al Pronto Soccorso.
I consulenti legali dell’Unione Nazionale Consumatori sono a disposizione degli associati per una valutazione gratuita della posizione; si potrà segnalare il caso al nostro sportello SINISTRI STRADALI presente sulla home page del sito.

Autore: Avv. Valentina Greco

GRANDE FRATELLO: TELERIMBORSO

L’annuncio di Mediaset che procederà al rimborso per tutti i telespettatori che hanno televotato “inutilmente” è una conquista di portata storica! Raramente la televisione accetta intromissioni nei suoi meccanismi (ed io ne so qualcosa dopo aver pubblicato il mio libro-denuncia “Affari loro, dedicato al popolare gioco dei pacchi…).

Purtroppo non abbiamo il tempo di festeggiare: dobbiamo già preoccuparci di come avverranno i rimborsi, ma siamo disponibili a collaborare con Mediaset se assicurerà lealtà e tempi rapidi.

Certo l’occasione è buona per ricordare al pubblico che il televoto è un meccanismo insulso, utile solo ad arricchire reti televisive, titolari del format ed operatori telefonici. E non sono spiccioli: considerando che per programmi come "Amici", "X Factor" e "Grande Fratello" più di un milione di persone vota spendendo in media un euro, il calcolo è facile da fare.

In molti ci rispondono che non dovremmo opporci a questa nuova forma di “democrazia televisiva”. Ma quale democrazia può esistere quando mancano requisiti come trasparenza ed eguaglianza? Se lo spettatore desidera spendere i suoi soldi con il televoto è libero di farlo, ma deve essere informato correttamente e conoscere tutte le regole del gioco.

I regolamenti, dunque, siano chiari e facilmente reperibili, senza microscopiche note a piè di pagina! Fin dallo start (la fatidica frase “apriamo il televoto”), il pubblico deve sapere quanto costa esprimere la preferenza, quanto peso avrà e quante volte può votare. Inoltre, a chiusura delle votazioni sarebbe bene diffondere i numeri reali dei conteggi e non solo le percentuali.
In questa “democrazia televisiva”, poi, non è garantita l'eguaglianza perché è ancora possibile fare ricorso a sistemi di invio massivo di preferenze che alterano il risultato finale. Non è un mistero che l'esito di molti reality è determinato dall'acquisto di pacchetti di voti tramite call center, il che rappresenta un inganno ai consumatori e una violazione delle regole sui giochi a premio che escludono la possibilità di interventi esterni che alterino l'individuazione dei vincitori.

Per ovviare a questi inconvenienti si sta muovendo la decisone dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) di avviare una consultazione sul tema allo scopo di intervenire con una serie di norme condivise: trasparenza, imparzialità, oltre al controllo costante dell'Autorità darebbero maggiore credibilità a questo sistema.

Anche se un dubbio in fondo rimane: se di democrazia si tratta perché si deve pagare?

Autore: Avv. Massimiliano Dona