Avete mai provato a mettere un cellulare vicino ad una cassa acustica? sentirete il caratteristico rumore di interferenza.
A cosa è dovuto? Cellulari e antenne del gestore si scambiano tra loro continuamente un segnale di controllo.
Non tutti sanno, però, che gli operatori hanno pensato di fare buon uso di questo interscambio. Infatti gli sms (letteralmente, short message service) vengono inseriti nello spazio libero del segnale di controllo, segnale che viene scambiato a prescindere dalla presenza di un sms da inviare, senza occupare banda maggiore o causare costi aggiuntivi all’operatore telefonico. In pratica, per l’operatore un sms non costa praticamente nulla (forse zero virgola molti zero). Ciò è emerso da un’indagine del professor Keshav Srinivasan, docente di informatica all’Universita’ di Waterloo in Canada, pubblicata da molti giornali, fra i quali il New York Times, ma che i nostri quotidiani italiani hanno preferito non rilanciare.
Già, perché si tratta di una verità abbastanza scomoda: gli operatori telefonici solo nel 2008 hanno guadagnato più di 2 miliardi di euro solo per gli sms, cioè per offrire un servizio che a loro non costa quasi nulla.
La Commissione Europea ha imposto dal 1 luglio 2009 un tetto massimo di 11 centesimi per l’invio di sms fra gli stati membri. Prontamente tutti gli operatori telefonici Italiani, sfruttando la normativa, hanno inviato un sms ai propri clienti, comunicando che dal 1 luglio il costo dei messaggi inviati ai paesi della Comunità Europea e viceversa sarebbe diminuito, guardandosi bene, però, dal precisare che i prezzi degli sms spediti all’interno dei propri confini nazionale, non avranno alcun tetto, perciò potranno essere più cari di quelli inviati da o verso altri paesi europei. Un vero paradosso! Chiaramente poi tutti gli operatori sono usciti con le classiche ed allettanti promozioni “estive” per gli sms, che però sono “a termine” e presto saranno sostituite da tariffe più costose.
Aderire allo sciopero dell’sms indetto per il 1 ottobre non sarà la soluzione, ma un segnale importante in attesa che i nostri operatori telefonici la smettano di fare cartello anche su un prodotto praticamente gratuito.
lunedì 14 settembre 2009
venerdì 11 settembre 2009
Scandaloso il costo degli sms in Italia
Una prova in più che "l'appetito vien mangiando"...
"Scandaloso il costo degli SMS in Italia”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, facendo osservare il paradosso per cui spedire un messaggio in un altro paese europeo costa meno rispetto al messaggio mandato nella stessa città.
“Il servizio SMS -spiega Dona- ha un costo pari a zero per il gestore (come dimostra il fatto che spesso si offrono promozioni che prevedono l'invio gratuito di migliaia di messaggi) ed è quindi inaccettabile che le aziende del settore fatturino milioni di euro soprattutto sulle prepagate dei più giovani grazie ai messaggini”.
Secondo un recente studio del professor Keshav Srinivasan, docente di informatica all’Università di Waterloo in Canada, (pubblicato anche sul New York Times) risulta che gli SMS vengono inseriti nello spazio libero del segnale di controllo, segnale che cellulari e antenne del gestore si scambiano tra loro continuamente a prescindere dalla presenza di un SMS da inviare, senza occupare banda maggiore o causare costi aggiuntivi all’operatore telefonico. In pratica, per l’operatore un SMS non costa praticamente nulla.
“Naturalmente i giornali italiani si sono guardati bene dal pubblicare la notizia di questa perdurante ruberia”, incalza Dona, facendo notare che “i quotidiani italiani, pieni zeppi di pubblicità telefoniche, si guardano bene dall’informare l'opinione pubblica su questi temi”.
“Mister Prezzi non si lasci ingannare da questi furbetti ed imponga ai gestori italiani il tetto dei costi in vigore a livello europeo”. Secondo Dona “il Dott. Roberto Sambuco dovrebbe spiegare ai gestori che il vincolo di un costo massimo non è in contrasto con le regole della concorrenza, ma è la necessaria garanzia per gli utenti in un mercato che non perde occasione per fare speculazioni in danno dei consumatori, soprattutto i più giovani”.
"Scandaloso il costo degli SMS in Italia”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, facendo osservare il paradosso per cui spedire un messaggio in un altro paese europeo costa meno rispetto al messaggio mandato nella stessa città.
“Il servizio SMS -spiega Dona- ha un costo pari a zero per il gestore (come dimostra il fatto che spesso si offrono promozioni che prevedono l'invio gratuito di migliaia di messaggi) ed è quindi inaccettabile che le aziende del settore fatturino milioni di euro soprattutto sulle prepagate dei più giovani grazie ai messaggini”.
Secondo un recente studio del professor Keshav Srinivasan, docente di informatica all’Università di Waterloo in Canada, (pubblicato anche sul New York Times) risulta che gli SMS vengono inseriti nello spazio libero del segnale di controllo, segnale che cellulari e antenne del gestore si scambiano tra loro continuamente a prescindere dalla presenza di un SMS da inviare, senza occupare banda maggiore o causare costi aggiuntivi all’operatore telefonico. In pratica, per l’operatore un SMS non costa praticamente nulla.
“Naturalmente i giornali italiani si sono guardati bene dal pubblicare la notizia di questa perdurante ruberia”, incalza Dona, facendo notare che “i quotidiani italiani, pieni zeppi di pubblicità telefoniche, si guardano bene dall’informare l'opinione pubblica su questi temi”.
“Mister Prezzi non si lasci ingannare da questi furbetti ed imponga ai gestori italiani il tetto dei costi in vigore a livello europeo”. Secondo Dona “il Dott. Roberto Sambuco dovrebbe spiegare ai gestori che il vincolo di un costo massimo non è in contrasto con le regole della concorrenza, ma è la necessaria garanzia per gli utenti in un mercato che non perde occasione per fare speculazioni in danno dei consumatori, soprattutto i più giovani”.
mercoledì 12 agosto 2009
CHIUSURA CENTRO ASCOLTO PER FERIE 2009
Il centro d'ascolto riprenderà l'assistenza ai consumatori a fine mese Agosto 2009. In questo frattempo chi avesse urgenze d'informazioni potrà sempre e soltanto chiamare il n°3392266575, possibilmente nelle ore d'ufficio, oppure inviare una mail con indicazioni esaurienti, cui verrà data risposta sempre ai primi di settembre.
Si evidenzia che il Centro sarà aperto dalle 18 alle 19 di Lunedì,Martedì,Mercoledì e Giovedì (e dalle 17 alle 19 del Venerdì per soli problemi di telefonia!...) nonchè il Mercoledì mattina dalle 9.30 alle 12 per questioni di Segreteria.
Buone Vacanze!
Si evidenzia che il Centro sarà aperto dalle 18 alle 19 di Lunedì,Martedì,Mercoledì e Giovedì (e dalle 17 alle 19 del Venerdì per soli problemi di telefonia!...) nonchè il Mercoledì mattina dalle 9.30 alle 12 per questioni di Segreteria.
Buone Vacanze!
mercoledì 8 luglio 2009
Buone vacanze con ammortizzatori perfetti!
Quando si parte con l’auto per le vacanze si guarda il livello dell’olio, quello dell’acqua del radiatore e della batteria, la pressione dei pneumatici, ma nessuno pensa agli ammortizzatori. Eppure, sono molto importanti per la sicurezza del veicolo, specialmente se a pieno carico e il consiglio è di sostituirli se non vanno bene. Per verificare lo stato di usura degli ammortizzatori c’è una prova molto semplice che consiste nel premere forte con le mani sul cofano della vettura e poi toglierle all’improvviso. Se gli ammortizzatori sono perfettamente efficienti, l’auto dovrebbe oscillare una volta sola, mentre se le oscillazioni continuano gli ammortizzatori sono scarichi. Ciò comporta una ridotta tenuta di strada del veicolo, un pericolo di ribaltamento in caso di brusche sterzate o di frenate d’emergenza e un tempo di frenata più lungo.
AGCOM: una relazione annuale convincente
“La larga banda in Italia è una necessità, soprattutto per la pubblica amministrazione che deve informatizzarsi adeguatamente per offrire ai cittadini servizi degni di un paese realmente civile secondo il progetto preannunciato dal ministro Brunetta”. È quanto dichiara Massimiliano Dona, esprimendo vivo apprezzamento per la relazione del presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò.
“L’Italia -conclude Dona- non può restare immobile ed aspettare che i venti della recessione si plachino: deve scuotersi ed avviare un radicale processo di ammodernamento per essere in grado di competere con gli altri paesi industrializzati”.
“L’Italia -conclude Dona- non può restare immobile ed aspettare che i venti della recessione si plachino: deve scuotersi ed avviare un radicale processo di ammodernamento per essere in grado di competere con gli altri paesi industrializzati”.
giovedì 2 luglio 2009
Ben vengano gli ortofrutticoli brutti!
La qualità è cosa diversa dalla bellezza, anche se...
“Ben vengano gli ortofrutticoli brutti”. E ‘quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’entrata in vigore di un regolamento comunitario che da domani manderà in pensione le categorie degli ortofrutticoli (extra, prima e seconda) che non riguardano la qualità reale, cioè il sapore, ma soltanto l’aspetto esteriore, ovvero le dimensioni, il colore, le imperfezioni, eccetera.
“Si tratta di una buona notizia per i consumatori -spiega Dona- perché spesso la burocrazia non è sinonimo di qualità, anzi diventa una buona ragione per allungare la filiera e far pagare un prezzo più salato ai consumatori. Del resto, vi sono mele bellissime che sanno di niente, altre molto brutte che costano assai meno e hanno un sapore incomparabilmente migliore, per cui speriamo che possa allargarsi l’offerta e possano ridursi i costi al dettaglio”.
“Per lungo tempo -prosegue il Segretario generale- abbiamo faticato nello spiegare ai consumatori che una albicocca brutta poteva essere persino più sana e più saporita di una perfettamente lucida. E’ vero che l’occhio vuole la sua parte, ma spesso questi presupposti erano usati da venditori furbi che volevano massimizzare il profitto”.
“Ben vengano allora le nuove regole. Da parte nostra -conclude Dona- vigileremo per evitare il rischio che il venir meno delle categorie non porti a vendere al vecchio prezzo merce meno attraente il che farebbe male a quei produttori seri che invece investono non solo sulla qualità intrinseca, ma anche sulla cura estetica delle produzioni”.
“Ben vengano gli ortofrutticoli brutti”. E ‘quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’entrata in vigore di un regolamento comunitario che da domani manderà in pensione le categorie degli ortofrutticoli (extra, prima e seconda) che non riguardano la qualità reale, cioè il sapore, ma soltanto l’aspetto esteriore, ovvero le dimensioni, il colore, le imperfezioni, eccetera.
“Si tratta di una buona notizia per i consumatori -spiega Dona- perché spesso la burocrazia non è sinonimo di qualità, anzi diventa una buona ragione per allungare la filiera e far pagare un prezzo più salato ai consumatori. Del resto, vi sono mele bellissime che sanno di niente, altre molto brutte che costano assai meno e hanno un sapore incomparabilmente migliore, per cui speriamo che possa allargarsi l’offerta e possano ridursi i costi al dettaglio”.
“Per lungo tempo -prosegue il Segretario generale- abbiamo faticato nello spiegare ai consumatori che una albicocca brutta poteva essere persino più sana e più saporita di una perfettamente lucida. E’ vero che l’occhio vuole la sua parte, ma spesso questi presupposti erano usati da venditori furbi che volevano massimizzare il profitto”.
“Ben vengano allora le nuove regole. Da parte nostra -conclude Dona- vigileremo per evitare il rischio che il venir meno delle categorie non porti a vendere al vecchio prezzo merce meno attraente il che farebbe male a quei produttori seri che invece investono non solo sulla qualità intrinseca, ma anche sulla cura estetica delle produzioni”.
Privacy nuova manfrina
Il disegno di legge in materia di privacy e direct marketing, proposto dall'On. Della Vedova (PDL) e dall'On. Gozi (PD) , presentato il 26 maggio 2009 alla Camera dei Deputati costituisce una nuova manfrina per permettere alle società di Telemarketing di entrare in disturbate a casa nostra, negli orari più impensati, per venderci contratti per telefonia, energia elettrica o gas, o prodotti quali olio, vino, macchinette per caffè, riviste, filtri per l'acqua e tanto altro. La nuova norma segue a ruota la disposizione, introdotta in sede di conversione del decreto legge c.d. "milleproroghe", attraverso la quale si autorizzava la prosecuzione, sino al 31 dicembre 2009, di tutti i trattamenti aventi ad oggetto dati personali contenuti nelle banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici formati prima del 1º agosto 2005 e ciò in deroga a quanto previsto dal Codice Privacy. Nessun consumatore esultò per una norma che contrastava palesemente tutta una serie di decisioni prese, dal Garante della Privacy, al fine di tutelare utenti e consumatori.
Lo stesso, nel marzo del 2009, propose un'interpretazione restrittiva della norma per scongiurare il rischio che la proroga venisse utilizzata per aggiornare le banche dati degli utenti in modo da sfruttarle poi successiva mente alla scadenza del termine del 31 dicembre 2009.
L'intuizione del Garante non è stata errata in quanto, con il nuovo decreto legge, si propone, in parole povere, che siano i cittadini intestatari di utenze telefoniche manifestare la propria volontà a non vedere il proprio numero inserito negli elenchi pubblici e, soprattutto, utilizzato per finalità promozionai a differenza di quanto era previsto precedente mente ovvero che fossero gli utenti a richiedere esplicita mente che la propria linea fosse utilizzata per azioni di vendita diretta.
In pratica il DDL cerca di effettuare un ribaltone: se prima infatti il cittadino poteva fare a meno di comunicare le proprie preferenze ora, se non lo farà, gli verrà imputato una sorta di silenzio assenso e chiunque potrà chiamarlo per proporgli qualsiasi cosa. In pratica si presume che il consumatore ami ricevere, a casa propria, una telefonata con la quale gli si propone l'acquisto di un prodotto o di un servizio o, piuttosto, la conclusione di un contratto di abbonamento.
Certo qualcuno obietterà che nonostante le norme precedenti le telefonate arrivavano comunque, ed è vero, ma lo è altrettanto il fatto che coloro che si sono rivolti al garante ed hanno denunciato gli abusi hanno visto tutelati i propri diritti.
Diritti che il nuovo decreto invece vorrebbe cancellare a favore degli interessi economici di pochi.
Lo stesso, nel marzo del 2009, propose un'interpretazione restrittiva della norma per scongiurare il rischio che la proroga venisse utilizzata per aggiornare le banche dati degli utenti in modo da sfruttarle poi successiva mente alla scadenza del termine del 31 dicembre 2009.
L'intuizione del Garante non è stata errata in quanto, con il nuovo decreto legge, si propone, in parole povere, che siano i cittadini intestatari di utenze telefoniche manifestare la propria volontà a non vedere il proprio numero inserito negli elenchi pubblici e, soprattutto, utilizzato per finalità promozionai a differenza di quanto era previsto precedente mente ovvero che fossero gli utenti a richiedere esplicita mente che la propria linea fosse utilizzata per azioni di vendita diretta.
In pratica il DDL cerca di effettuare un ribaltone: se prima infatti il cittadino poteva fare a meno di comunicare le proprie preferenze ora, se non lo farà, gli verrà imputato una sorta di silenzio assenso e chiunque potrà chiamarlo per proporgli qualsiasi cosa. In pratica si presume che il consumatore ami ricevere, a casa propria, una telefonata con la quale gli si propone l'acquisto di un prodotto o di un servizio o, piuttosto, la conclusione di un contratto di abbonamento.
Certo qualcuno obietterà che nonostante le norme precedenti le telefonate arrivavano comunque, ed è vero, ma lo è altrettanto il fatto che coloro che si sono rivolti al garante ed hanno denunciato gli abusi hanno visto tutelati i propri diritti.
Diritti che il nuovo decreto invece vorrebbe cancellare a favore degli interessi economici di pochi.
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