giovedì 2 luglio 2009

Privacy nuova manfrina

Il disegno di legge in materia di privacy e direct marketing, proposto dall'On. Della Vedova (PDL) e dall'On. Gozi (PD) , presentato il 26 maggio 2009 alla Camera dei Deputati costituisce una nuova manfrina per permettere alle società di Telemarketing di entrare in disturbate a casa nostra, negli orari più impensati, per venderci contratti per telefonia, energia elettrica o gas, o prodotti quali olio, vino, macchinette per caffè, riviste, filtri per l'acqua e tanto altro. La nuova norma segue a ruota la disposizione, introdotta in sede di conversione del decreto legge c.d. "milleproroghe", attraverso la quale si autorizzava la prosecuzione, sino al 31 dicembre 2009, di tutti i trattamenti aventi ad oggetto dati personali contenuti nelle banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici formati prima del 1º agosto 2005 e ciò in deroga a quanto previsto dal Codice Privacy. Nessun consumatore esultò per una norma che contrastava palesemente tutta una serie di decisioni prese, dal Garante della Privacy, al fine di tutelare utenti e consumatori.
Lo stesso, nel marzo del 2009, propose un'interpretazione restrittiva della norma per scongiurare il rischio che la proroga venisse utilizzata per aggiornare le banche dati degli utenti in modo da sfruttarle poi successiva mente alla scadenza del termine del 31 dicembre 2009.

L'intuizione del Garante non è stata errata in quanto, con il nuovo decreto legge, si propone, in parole povere, che siano i cittadini intestatari di utenze telefoniche manifestare la propria volontà a non vedere il proprio numero inserito negli elenchi pubblici e, soprattutto, utilizzato per finalità promozionai a differenza di quanto era previsto precedente mente ovvero che fossero gli utenti a richiedere esplicita mente che la propria linea fosse utilizzata per azioni di vendita diretta.
In pratica il DDL cerca di effettuare un ribaltone: se prima infatti il cittadino poteva fare a meno di comunicare le proprie preferenze ora, se non lo farà, gli verrà imputato una sorta di silenzio assenso e chiunque potrà chiamarlo per proporgli qualsiasi cosa. In pratica si presume che il consumatore ami ricevere, a casa propria, una telefonata con la quale gli si propone l'acquisto di un prodotto o di un servizio o, piuttosto, la conclusione di un contratto di abbonamento.
Certo qualcuno obietterà che nonostante le norme precedenti le telefonate arrivavano comunque, ed è vero, ma lo è altrettanto il fatto che coloro che si sono rivolti al garante ed hanno denunciato gli abusi hanno visto tutelati i propri diritti.
Diritti che il nuovo decreto invece vorrebbe cancellare a favore degli interessi economici di pochi.

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