giovedì 15 dicembre 2011

Editoriale Nazionale: La manovra sotto esame

Decreto “salva Italia” promosso con riserva. Nella sua più recente versione, infatti, la manovra sembra più equa anche se lascia perplesso l’avvento delle accise sule sigarette e ci saremmo aspettati più di attenzione nei confronti di alcune liberalizzazioni, maggiori tagli sulla spesa. Bene, invece, nonostante i tentennamenti dell’ultimo momento, la stretta sulle rendite finanziarie, pensioni d’oro e super liquidazioni.

A destare preoccupazione sono però in particolare gli effetti che la manovra avrà sul ceto medio a basso reddito a causa dell’aumento della pressione fiscale che comporterà una consistente perdita del potere d’acquisto delle famiglie.
A riguardo il nostro consulente professor Giuseppe Di Taranto, ordinario presso la Facoltà di Economia della Luiss Guido Carli, condivide il timore che una manovra composta per oltre due terzi da nuovi introiti comporterà “un effetto depressivo sull’economia pari all’ammontare di quasi mezzo punto del Prodotto interno lordo. In particolare gli aumenti del prezzo dei carburanti e l’innalzamento dell’Iva in aggiunta alla reintroduzione dell’Ici e/o dell’Imu produrranno un aumento dell’inflazione di circa un punto e quindi un ulteriore ricaduta sui bilanci delle famiglie”.

Non convince, poi, la stretta sulle pensioni: ai trattamenti anticipati si potrà accedere solo con 42 anni e un mese di contribuzione per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne (a prescindere da’età). Ed ancora: se l’uscita dal lavoro avviene prima dei 62 anni si applicheranno ulteriori penalizzazioni.
I consumatori apprezzano l’equità di interventi sulle fasce più ricche della popolazione: via libera a un tetto agli stipendi dei funzionari statali e dei manager delle società pubbliche non quotate; tuttavia rispetto alla prima versione del decreto è stata allentata la tassa su auto di lusso e barche, ma aumenteranno le sigarette.

Frenata sulle liberalizzazioni: cadranno le barriere degli orari di apertura per tutti gli esercizi commerciali (e non più soltanto per le città d’arte o turistiche) ma sono stati esclusi dalla deregulation i taxi. Per quanto riguarda il settore farmaceutico (potranno essere vendute in parafarmacia solo le medicine senza ricetta medica e saranno l’Aifa e il Ministero della Salute ad individuare un elenco dei farmaci di Fascia C non prescrivibili) il giudizio è sospeso in attesa di capire se la liberalizzazione sarà in effetti più ponderata o se, in fase di esecuzione, questa sarà definitivamente insabbiata.

Autore: Unione Nazionale Consumatori

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