martedì 7 aprile 2009

INFLAZIONE: persiste la crescita dei prezzi al consumo degli alimentari, mentre continuano a diminuire i prezzi all'origine

Ed ecco anche l'altra campana: però cerchiamo di capire bene,prima di giurare....
I prezzi dei prodotti alimentari, registrano un incremento ancora elevato, con una crescita del 3 % in un anno (marzo 2009 su marzo 2008); più del doppio rispetto all’indice generale dei prezzi al consumo (+1,2%). E’ quanto evidenzia la Libera, commentando i dati sull’inflazione diffusi in questi giorni dall’Istat.

In controtendenza, prosegue il calo all’origine dei prezzi dei prodotti agricoli. Dopo la flessione del 10,9% di febbraio, rispetto al corrispondente mese del 2008, il mercato continua a presentare per molti prodotti segni di cedimento, anche di notevole entità.

Tra i prodotti più sensibili, nella settimana dal 23 al 29 marzo la Libera segnala le quotazioni del grano duro, che hanno registrato una flessione del 59% sul corrispondente periodo del 2008; per il frumento tenero si è raggiunto un calo del 47%.

Nel settore lattiero – caseario, con riferimento allo stesso periodo 2009 su 2008, si ha una diminuzione del 20%, circa, per le quotazioni del burro e della crema di latte. In flessione intorno al 4-5% anche i prezzi di molti formaggi (fontina, gorgonzola, grana padano, italico, mozzarella, parmigiano reggiano, pecorino).

Nel settore degli allevamenti e carni diminuiscono di circa il 6% le quotazioni dei bovini da ristallo e di oltre il 13% quelle dei suini da macello.

“Mentre perdura la forte pressione sui margini dei produttori agricoli - rimarca la Libera - è necessario assicurare alle imprese un reddito stabile, attraverso prezzi che coprano i costi di produzione e assicurino un'equa remunerazione del lavoro. Ciò anche al fine di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento ed il livello della qualità degli alimenti”.

INFLAZIONE: PERSISTE LA CRESCITA DEI PREZZI AL CONSUMO PER GLI ALIMENTARI, MENTRE CONTINUANO A DIMINUIRE I PREZZI ALL’ORIGINE

I prezzi dei prodotti alimentari, registrano un incremento ancora elevato, con una crescita del 3 % in un anno (marzo 2009 su marzo 2008); più del doppio rispetto all’indice generale dei prezzi al consumo (+1,2%). E’ quanto evidenzia la Libera, commentando i dati sull’inflazione diffusi in questi giorni dall’Istat.

In controtendenza, prosegue il calo all’origine dei prezzi dei prodotti agricoli. Dopo la flessione del 10,9% di febbraio, rispetto al corrispondente mese del 2008, il mercato continua a presentare per molti prodotti segni di cedimento, anche di notevole entità.

Tra i prodotti più sensibili, nella settimana dal 23 al 29 marzo la Libera segnala le quotazioni del grano duro, che hanno registrato una flessione del 59% sul corrispondente periodo del 2008; per il frumento tenero si è raggiunto un calo del 47%.

Nel settore lattiero – caseario, con riferimento allo stesso periodo 2009 su 2008, si ha una diminuzione del 20%, circa, per le quotazioni del burro e della crema di latte. In flessione intorno al 4-5% anche i prezzi di molti formaggi (fontina, gorgonzola, grana padano, italico, mozzarella, parmigiano reggiano, pecorino).

Nel settore degli allevamenti e carni diminuiscono di circa il 6% le quotazioni dei bovini da ristallo e di oltre il 13% quelle dei suini da macello.

“Mentre perdura la forte pressione sui margini dei produttori agricoli - rimarca la Libera - è necessario assicurare alle imprese un reddito stabile, attraverso prezzi che coprano i costi di produzione e assicurino un'equa remunerazione del lavoro. Ciò anche al fine di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento ed il livello della qualità degli alimenti”.

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