mercoledì 5 novembre 2008

Telecom aumenta il canone

L'annuncio è avvenuto durante un incontro tra Bernabé e le associazioni di consumatori mentre nei giorni scorsi Telecom Italia aveva già inviato, è obbligata, all'Authority TLC la segnalazione della propria intenzione di aumentare il canone residenziale di telefonia fissa a partire da febbraio 2009. L'Agcom, entro un mese, deciderà se convalidare la proposta. Che cosa cambierà in pratica: per l'utente finale, l'aumento sarà di 1,26 euro mensili più IVA, mentre per gli operatori alternativi - in wholesale ovvero coloro che rivendono linee ed offerte telecom (Tele2, Wind, e tanti altri), sarà di 1,70 euro. Pertanto, i consumatori arriveranno a pagare 13,66 euro al mese, 16,40 con IVA, (contro i 12,14 euro attuali, 14,57 con IVA), mentre gli operatori si vedranno addebitare 9,39 euro in luogo di 7,64 euro. Telecom ha motivato l'aumento con la necessità di reperire risorse per consentire all'azienda di investire nella rete e offrire una più elevata qualità del servizio.
Quella di Telecom sembra una "buona" mossa volta a mettere in difficoltà gli operatori alternativi facendo saltare i suoi utenti sulla nuova offerta Alice casa che, come oramai è noto visto l'incessante martellamento pubblicitario, è senza canone ed è praticamente in linea con le offerte all inclusive degli operatori alternativi (tutti intorno ai 40 euro mese) i quali, altresì, saranno messi in difficoltà dagli aumenti dell'operatore dominante.
In un periodo come questo, però, la rimodulazione tariffaria di Telecom Italia pare un po' una carognata, tanto più se la giustifica in nome di quegli investimenti tanto agognati che dichiararsi contrari ci porta a sembrare, noi che assistiamo i consumatori, degli inguaribili "bastiancontrari" disposti anche a rimangiarsi la parola pur di dire NO.
Ma noi non la pensiamo così in quanto l'aumento è, in realtà, contrario allo sviluppo della rete. I fondi che Telecom Italia tenta di reperire tramite l'aumento del canone serviranno, si e no, a ripianare i suoi mastodontici debiti e non ha mettere in piedi una parvenza di NGN (Next Generation Network, la rete in fibra ottica che nel Regno Unito hanno finito di approntare e che sostuisce la vecchia rete telefonica, altri paesi Europei e non la stanno implementando), e gl'altri operatori (tele2, tiscali, wind, etc) saranno costretti a rimanere sulle loro posizioni (offerte) senza la possibilità di svilupparsi all'interno di una concorrenza leale ed apportare quindi nuovi flussi di denaro (investimenti) all'interno del settore.
Credere che Telecom Italia possa fare investimenti di qui a dieci anni è da farlocchi. Per riqualificare la nostra rete e porre il mercato delle telecomunicazioni in una sana concorrenza ci vuole un intervento, serio, dello stato. Quindi l'aumento non ha senso e ci si aspetta che L'Autorità garante delle Telecomunicazioni presieduta da Calabrò prenda la decisione giusta ovvero quella che non farà pagare agli italiani i debiti, scaturiti dalle mosse dei suoi manager, di Telecom Italia S.p.a.

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