mercoledì 14 aprile 2010

Cara Banca ma quanto mi costi

PAROLE SANTE!

Secondo quanto emerso da recenti indagini, la media di spesa a fine anno per un conto corrente è di circa 280 euro se non si va in rosso e di 340,34 euro se invece si sconfina. Quello che incide di più su queste cifre sono i costi di gestione e quelli di operatività; vale a dire le commissioni classiche come il prelievo bancomat su banca diversa dalla propria e il canone annuo, ma anche spese meno ricorrenti come i bonifici per cassa allo sportello o il pagamento delle bollette.

Le eccessive spese di gestione, di liquidazione, le valute sui bonifici, la disponibilità sui versamenti, sono tutte problematiche per le quali – molto spesso – si è dovuto attendere l'emanazione di una legge o di una disposizione della Banca d'Italia per regolamentarle.

In passato si è ritenuto che la concorrenza potesse servire da stimolo per un miglioramento delle condizioni generali del rapporto, ma dopo qualche anno ci si è resi conto che i risultati non sono stati incoraggianti e che le banche praticano più o meno tutte le medesime condizioni.

Mi riesce difficile fare un altro atto di fede e confidare che la ‘liberalizzazione’ dei conti possa aiutare a migliorare la situazione. Anzi, l’utilizzo del nuovo conto riservato agli acquisti presso “il gestore” ed alle sue offerte può aprire scenari simili all’uso delle carte revolving con un preoccupante incremento del sovra indebitamento. Il rischio è che possa diventare uno strumento di gestione perverso nelle mani dell’impresa.

Temo, inoltre, che l'entrata sul mercato di altri soggetti - peraltro impreparati o scarsamente attrezzati - possa creare ulteriori pasticci. Si parla molto di servizi bancari presso la Grande distribuzione. Ma questi prodotti non possono finire sugli scaffali: si corre il rischio che i cittadini affrontino il rapporto bancario trasferito al supermercato con un approccio viziato da troppa superficialità.

Autore: Avv. Massimiliano Dona
Data: aprile 2010

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