venerdì 16 maggio 2008

Il nostro Patrimonio Culturale Nazionale e....il mulo dell'Umbria...

Oltre 4.000 prodotti alimentari sono stati dichiarati “patrimonio culturale italiano”, ma è una comica nazionale. E’ quanto dichiara l’Unione Nazionale Consumatori dopo aver letto il decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile scorso, che provocherà risate in tutta Europa. Infatti, sono stati dichiarati patrimonio culturale italiano prodotti alimentari come ceci, lardo, pancetta, salsicce, ricotta e perfino pigne, gnocchi, lumache, maccheroni con il sugo di capra e uova strapazzate con il pomodoro. Il tutto, osserva l’Unione Consumatori, deriva da un decreto legislativo del 1998 che ha istituito un elenco dei “prodotti tradizionali agroalimentari”, i quali vengono segnalati dalle Regioni e che finora sono 4.178. Si tratta di un calderone nel quale sono confluiti prodotti rarissimi oppure comunissimi in tutta Europa e anche ridicoli come i coglioni di mulo (Umbria), le sise delle monache (Abruzzo), le patate novelle (Campania), il doppio concentrato di pomodoro (Emilia Romagna), le fettuccine (Lazio), le rape e le lumache (Liguria), i ciccioli mantovani (Lombardia), il ricottone (Sardegna), pere, mele e patate di varia origine e perfino lo zuzzu, una gelatina siciliana fatta con gli scarti del maiale che praticamente oggi è introvabile. Tutti i prodotti sono elencati sul supplemento alla Gazzetta Ufficiale italiana del 27 giugno 2007.
“Va bene promuovere i prodotti agroalimentari italiani –commenta Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Consumatori- ma non ha senso dichiarare patrimonio culturale nazionale prodotti che non hanno praticamente mercato, tanto meno di esportazione, o che sono comuni in tutta Europa, oppure che sono veri e propri piatti casalinghi come i maccheroni con il sugo di capra, le polpette di melanzane, il merluzzo in umido, eccetera”.

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